Norimberga è una città della Baviera, conosciuta per lo più per il famoso processo ai nazisti del ’45-46. Ad oggi è una città ricca di attrattive architettoniche e storiche, e soprattutto si classifica come “patria del biologico”. È proprio qui infatti che tra il 14 e il 17 febbraio si è svolta la Biofach, ovvero la più grande e più popolata esposizione internazionale del biologico nel mondo. Partecipano ogni anno i maggiori attori del settore agroalimentare bio. “World leading trade fair continues its success story“, si intitola così questa 30esima edizione della Biofach, che si fonda sul connubio di innovazione e tradizione. Giusto per indicare un paio di numeri: più di 50.000 visitatori e oltre 2.900 espositori internazionali.
“Il mercato mondiale del bio registra complessivamente un giro di 93 miliardi di dollari, di cui un terzo in Europa.“
Anche l’Italia ha la sua bella fetta di partecipazioni, con circa 412 aziende. La Biofach però non è solo una vetrina per nuovi e veterani del settore, un’esposizione dove è possibile rimanere al passo con tutte le novità ed eventualmente anche acquistare prodotti. La Biofach è anche e soprattutto la celebrazione di questo settore in perenne espansione, e la sede giusta per fare resoconti e bilanci. I dati che emergono sono assolutamente positivi, se si pensa che il mercato mondiale del bio registra complessivamente un giro di 93 miliardi di dollari, di cui un terzo in Europa. In sostanza, quindi, siamo sempre più interessati al bio, alla qualità di ciò che mangiamo ma anche di ciò che viene a contatto con la nostra pelle (l’expo comprende infatti non solo prodotti agroalimentari ma anche cosmetici). Vogliamo il meglio e siamo sempre più consapevoli che questo non possa che risiedere nella natura. La Biofach è un bell’evento, che da 30 anni domina nella scena del biologico, fin da quando insomma, il biologico non sapevamo neanche bene cosa fosse. Di iniziative simili in Italia ce ne sono diverse, ma nessuna ha la portata mondiale e innovativa di quella di Norimberga. La domanda è: cosa stiamo aspettando?