Eco-packaging: come riconoscerlo e perché è importante

Spesso non pensiamo a quanto sia importante il packaging di un prodotto. Scopriamo insieme quanto inquinano gli imballaggi e se è possibile un’alternativa

Però era già ben chiaro nel mondo del marketing quanto fosse importante “rendere invitante da guardare il prodotto, quanto oltre alla sostanza, anche la forma giocasse un ruolo fondamentale nella vendita di qualsiasi cosa. 

“Rendilo semplice. Rendilo memorabile. Rendilo invitante da guardare” diceva Leo Burnett, uno dei pubblicitari più famosi degli USA, classificato anche dal Time tra i 100 uomini più influenti del XX secolo. Erano gli anni ’20 quando Burnett fece il suo esordio nel mondo del copy e della pubblicità. Il concetto di eco-sostenibilità era un astratto embrione nell’aria che avrebbe dovuto aspettare ancora un po’ prima di prendere una forma concreta e il mondo del Fashion si preoccupava del green solo in quanto colore e non in quanto principio.

Però era già ben chiaro nel mondo del marketing quanto fosse importante “rendere invitante da guardare il prodotto”, quanto oltre alla sostanza, anche la forma giocasse un ruolo fondamentale nella vendita di qualsiasi cosa. Il packaging, più “italianamente” detto involucro o imballaggio, è un dettaglio da non tralasciare quando si decide di mettere un prodotto sul mercato. E ad oggi non si può più prescindere dalla necessità di renderlo ecosostenibile e riciclabile esattamente come il prodotto che contiene.

Se pensiamo che solo nell’UE, i rifiuti di imballaggio rappresentano circa 87 milioni di tonnellate, ovvero circa 170 kg a persona, e che per la maggior parte sono costituiti da plastica, è ora di iniziare a porsi anche il problema di creare un packaging quanto più eco-friendly possibile. Solo il il 9% dei nove miliardi di tonnellate di plastica nel mondo è stato riciclato, poiché i sacchetti di plastica e quei fogli di bolle che a noi diverte tanto schiacciare (pluriball) rimangono spesso incastrati negli ingranaggi delle macchine e per questo rifiutati dai centri di riciclaggio (oltre al fatto che la plastica in sé non è compostabile).

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Ad oggi il problema dell’imballaggio e del packaging è più che mai attuale, se consideriamo i dati in incremento esponenziale degli ordini online e la quantità di prodotti che vengono costantemente immessi sul mercato ognuno con una propria confezione.

Per questo motivo è importante capire quali siano le alternative eco-sostenibili per il mondo del Fashion e dei consumi in generale, per poter confezionare e imballare i prodotti in modo eticamente orientato.

Il primo problema del discorso imballaggio è la grandissima quantità di confezioni (soprattutto monouso) impiegate durante tutto il processo di creazione trasporto del prodotto. Per questo motivo, molte aziende e brand hanno scelto di ridurre al minimo il loro utilizzo. Ma laddove l’imballaggio o la confezione siano indispensabili, quale packaging utilizzare? Una buona alternativa alla plastica è la carta/cartone che può essere riutilizzato successivamente. Tra le certificazioni che attestano l’eco-sostenibilità del packaging ci sono quella della FSC (Forest Stewardship Council) organizzazione no profit per la salvaguardia delle foreste o quella della GRS (Global Recycled Standard).

Un’altra soluzione auspicabile sono gli imballaggi compostabili, che oltre a non inquinare si trasformano in nutrimento per le piante. Tuttavia, questa seconda opzione non è ancora utilizzata nel mondo della moda, e questo perché i materiali compostabili sono costosi da produrre.

Un’altra soluzione è scegliere opzioni di repack, ovvero di imballaggi riutilizzati.

Quindi, ciò che possiamo fare noi tutti i giorni per ridurre il nostro impatto ambientale ed essere sicuri di acquistare in modo sostenibile è ridurre i nostri acquisti su internet, porre attenzione alle etichette per capire come il prodotto sia stato imballato e smaltire correttamente i nostri imballaggi.

Quindi: “Rendilo semplice. Rendilo memorabile. Rendilo invitante da guardare e imballalo nel modo giusto”.

Chiara Mezzetti
Chiara Mezzetti

Editor

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