Si è calcolato che ogni 6 kg di tessuto 100% sintetico vengono rilasciate fino a 729mila fibre.
Nella lotta all’inquinamento ci concentriamo sempre sulla tipologia di prodotti, sui materiali di cui sono fatti, sul packaging. Ma un altro aspetto da non trascurare è come noi conserviamo, laviamo e trattiamo tali prodotti. Fare il bucato, ad esempio, è un’azione quotidiana, che spesso compiamo senza neanche pensare. Forse non sapete però che il 35% dei micro-frammenti di plastica che finiscono in acqua vengono proprio dai lavaggi di capi d’abbigliamento, il che li rende la causa maggiore dell’inquinamento degli oceani. Al secondo posto il logorio degli pneumatici (28%), le cui particelle arrivano nei mari tramite il vento e i reflui stradali.
Ogni giorno il fiume Hudson di New York trasporta circa 150 milioni di microfibre nell’Oceano Atlantico. E l’Italia non è da meno, visto che solo il Nord produce circa 160 milioni di frammenti di microplastiche ogni giorno.
Per farla breve, il nostro consumo di fibre sintetiche è aumentato del 300% negli ultimi anni. Il 60% dei capi che utilizziamo è attualmente composto di fibre sintetiche (totalmente o in parte) e quando li laviamo in lavatrice si staccano dei pezzettini piccolissimi di pochi millimetri dai tessuti, definiti microplastiche. Queste viaggiano attraverso gli scarichi poiché i filtri non riescono a bloccarle viste le dimensioni infinitesimali, e dunque arrivano attraverso i fiumi, nei nostri oceani. Lì agiscono da spugne, attirando e conservando le tossine dell’acqua. Vengono ingerite dai pesci e di conseguenza poi anche dagli esseri umani. In un metro cubo di oceano ci sono fino a 100mila microplastiche.
Per farla breve, il nostro consumo di fibre sintetiche è aumentato del 300% negli ultimi anni. Il 60% dei capi che utilizziamo è attualmente composto di fibre sintetiche (totalmente o in parte) e quando li laviamo in lavatrice si staccano dei pezzettini piccolissimi di pochi millimetri dai tessuti, definiti microplastiche.
Se pensiamo che un singolo lavaggio può provocare la dispersione di oltre 1900 microfibre, ci rendiamo conto che l’impatto ambientale è incommensurabile. Ovviamente l’importanza del materiale del capo messo in lavatrice è fondamentale. Si è calcolato che ogni 6 kg di tessuto 100% sintetico vengono rilasciate fino a 729mila fibre.
E dunque, ecco 4 semplici passi da fare per un bucato green:
Potrà sembrare ovvio, ma se già in fase di acquisto di un capo ragioniamo sul materiale di cui è composto, ridurremo l’impatto ambientale dei lavaggi e delle microplastiche alla radice.
La Cora Ball imita il modo in cui i coralli filtrano l’acqua dell’oceano. Una volta messa in mezzo al bucato, la palla catturerà il 35% di tutte quelle microfibre troppo piccole che il filtro non avrebbe fermato (Più adatto se hai molti capi in lavatrice).
Un altro metodo efficace per catturare le microplastiche è riporre i capi da lavare all’interno di questo sacchetto, che trattiene la disperzione di microplastiche fino all’85 %. (Più adatto se hai pochi capi in lavatrice).
Anche questa potrà sembrare una banalità. Ma c’è davvero bisogno di lavare ogni capo anche se messo una sola volta? Determinati tessuti sono più resistenti a odori sgraditi e a trattenere le cellule morte della pelle. I jeans ad esempio.
E voi, conoscevate tutte queste cose? Fateci sapere se l’articolo vi è piaciuto e tutte le vostre idee green nei commenti.
Prossimo appuntamento con moda ecosostenibile: Martedì 13 Aprile.
Editor