“Scienza e arte si connettono in Re-Fream, un progetto di ricerca innovativo che ha come scopo proprio quello di indagare e migliorare tecniche e linee guida per una moda più sostenibile.”
Spesso tendiamo a considerare il mondo della moda come un palcoscenico di lustrini e brand, per usare una citazione letteraria una “fiera delle vanità” in cui spreco e lusso sono protagonisti assoluti. Eppure, soprattutto la moda ecosostenibile è molto altro. Infatti, è in questa direzione che (per fortuna) si stanno muovendo non solo i brand (e quindi le tendenze e i flussi economici) ma anche gli interessi di ricercatori ed esperti di settore. C’è ancora tanto da scoprire e implementare e in questa direzione stanno lavorando le scienze del tessuto e del design per fare in modo non solo di ridurre al minimo l’impatto ambientale e massimizzare la funzionalità e la vestibilità degli abiti, ma anche di fare tutto questo nel rispetto dell’estetica. La moda è infatti un’arte a tutti gli effetti, un mezzo di espressione dell’individuo. E sempre più scegliere un capo d’abbigliamento diventa una dichiarazione d’intenti e una selezione eticamente, oltre che esteticamente, orientata.
Scienza e arte si connettono in Re-Fream, un progetto di ricerca innovativo che ha come scopo proprio quello di indagare e migliorare tecniche e linee guida per una moda più sostenibile. Il progetto è un pilastro del programma STARTS (Science + Technology + Arts) della Commissione Europea nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020.
Re-Fream coinvolge artisti, scienziati e designer, in una serie di convergenze e punti di vista eterogenei volti a raggiungere risultati soddisfacenti sotto tutti i punti di vista, da quello ambientale a quello economico a quello funzionale ed estetico. L’obiettivo è quello di ripensare la moda sostenibile in un’ottica che coinvolga e valorizzi tutti questi punti di vista, per la prima volta insieme nella stessa direzione.
Il Weganool è così composto: 70% da cotone biologico e 30% da Calotropis, una pianta selvatica che cresce in abbondanza nel deserto indiano.
La durata del progetto sarà di 9 mesi, nel corso dei quali questi gruppi di lavoro, grazie alle più innovative tecnologie e alle menti più esperte dei singoli settori in collaborazione, si impegneranno a rivoluzionare il mondo del green fashion. Uno dei protagoniste e finanziatore del progetto (oltre che fornitore di spazi, laboratori e strumenti di ricerca) sarà lo IED REC, il centro di ricerca no profit di IED Madrid, che avrà il compito anche di indicare delle strategie di comunicazione e delle linee guida nelle procedure di ricerca.
I campi di ricerca saranno sostanzialmente tre: tecnologie 3D (sviluppate a Linz), combinazione di tessuto ed elettronica (sviluppata a Valencia) e finiture ecologiche (sviluppate a Berlino). Ogni laboratorio, sparso in Europa tra Austria, Spagna e Germania, dovrà vincere una propria sfida.
Le parole d’ordine del progetto sono: inclusività, sostenibilità ed estetica incentrata sull’uomo.
E voi conoscevate Re-Fream? Cosa pensate del rapporto tra scienza e moda? Fatecelo sapere nei commenti!
Editor