Spiagge plastic-free: goccia a goccia i mari cambiano e anche noi

Cosa sono le spiagge plastic-free? Dove si trovano? Quanto inquinano i nostri rifiuti e le nostre sigarette? Sta nascendo una nuova rivoluzione green e viene dai comuni italiani
Scritto da Chiara Mezzetti

Il mare, la salsedine sulla pelle, il sole, la sabbia che scotta, il vicino d’ombrellone, il ghiacciolo che si scioglie tra le mani. Se dici estate non puoi non pensare a queste cose. Meno scontato (anche se dovrebbe esserlo) è invece pensare a cosa ci sia negli abissi di quel mare e nella profondità di quelle spiagge. Non dimentichiamo mai che le nostre coste prima di essere stabilimenti balneari sono ecosistemi, fatti di vita, acqua e terra, e che come tali vanno rispettati.

“Secondo una stima di Greenpeace, ogni anno vengono riversati nei nostri mari e oceani circa 12,7 milioni di tonnellate di plastica. Il ragionamento è facile: la plastica è nel mare. I pesci la mangiano. Gli uomini mangiano i pesci. “

Gli uomini mangiano i pesci. Ergo, tutta l’immondizia che noi riversiamo nei nostri abissi, poi ce la rimangiamo, per una ironica legge del contrappasso che però non fa tanto ridere. Basterebbero pochi accorgimenti, nel nostro piccolo, per migliorare anche di poco, goccia a goccia, la situazione dei nostri mari. Ad esempio evitare di buttare rifiuti a terra, di adoperare posate di plastica monouso che regolarmente vengono poi disperse per la spiaggia, o di lasciare mozziconi non biodegradabili conficcati nella sabbia. Magari vicino a una bella bottiglietta semivuota di Coca Cola. Se l’immagine di una spiaggia plastic-free vi appare come un miraggio, un’utopia meravigliosa ma non realizzabile, abbiate pazienza. Dove non arriva il buonsenso, infatti, arrivano le ordinanze comunali. L’estate 2019 è infatti l’estate della liberazione dalla plastica e segna l’inizio di un processo che cambierà il nostro modo di vivere le spiagge. Esemplare la decisione del sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, che per tutta l’estate 2019 (21 giugno-21 settembre) ha vietato agli esercenti l’utilizzo di materiale non biodegradabile o compostabile. Piatti, cannucce, sacchetti monouso, palloncini. Tutta la plastica che normalmente invade le nostre spiagge, sarà per Viareggio solo un vago ricordo. Fino a 500 euro di multa per chi non rispetta le regole. Zero tolleranza per  tutti gli stabilimenti e spiagge libere dei viali Margherita e Carducci, della Terrazza della Repubblica, delle Marine di Levante e Torre del Lago. Anche la Puglia adotta una politica plastic-free per le spiagge di Vieste, Gallipoli, Trani, Barletta, Bari, Brindisi, Lecce, Otranto, Taranto, Peschici e Santa Maria di Leuca. La Sardegna, seconda regione d’Italia con più spiagge “verdi” ha aderito alla causa: Trinità d’Agultu e Arzachena in provincia di Sassari, San Teodoro, Olbia e Vignola Mare (Olbia-Tempio). Queste sono solo alcune delle spiagge sarde ecosostenibili. Anche a Rimini spunta un’ordinanza comunale che vieta l’utilizzo di plastica in spiaggia. Banditi piatti e posate monouso anche dalle coste marchigiane: Senigallia, Ancona e Portonovo. Pure il Lazio fa la sua parte. Sulla spiaggia di Sperlonga sventolerà la Bandiera Blu per le acque pulite. Si aggiungono in coda Castellammare di Stabia e l’isola di Capri. La spiaggia di Sassari dice no, oltre che alla plastica, alle sigarette. I fumatori sono troppi, deturpano l’ambiente e minacciano la salute degli altri bagnanti.

E dunque, al 50esimo dallo sbarco sulla luna, sembra proprio il caso di dire: “un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per i nostri mari”.

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